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Trasfusioni Giovane donna contrae epatite riconosciuto 1 milione di euro

Il Ministero della Salute dovrà risarcire gli eredi di una donna morta nel 2010

La donna dopo essersi sottoposta ad una trasfusione ha contratto nel 1992 l’epatite cronica Hcv.
Per i due figli il TAR di Palermo ha stabilito un risarcimento danni di oltre un milione di euro. La donna, quarantanovenne all’epoca dei fatti, si recò in un ospedale ennese per un problema di salute, dove fu sottoposta a una trasfusione. Il sangue però era infetto e così la donna contrasse l’epatite cronica Hcv. A causa del contagio la donna si aggravò ammalandosi di cirrosi. Un calvario durato anni per poi concludersi con un tumore maligno al fegato che l’ha portata alla morte. I familiari si affidano così, all’avvocato Silvio Vignera, per avere riconosciuto il risarcimento dei danni. Il Tribunale Amministrativo Regionale conferma che la donna ha contratto l’epatite dopo la trasfusione e stabilisce che per eseguire il provvedimento occorra nominare un Commissario ad Acta, un funzionario pubblico nominato dal giudice amministrativo come proprio ausiliario nell'ambito del giudizio di ottemperanza al fine di emanare i provvedimenti che avrebbero dovuto essere emessi dall'Amministrazione.
La sentenza della Prima Sezione dei Giudici Amministrativi, davanti alla quale ha presentato istanza l’avvocato Silvio Vignera, fa seguito «all’inadempienza del ministero» dopo che la sentenza di condanna del Tribunale di Caltanissetta, che lo condannava a risarcire i due eredi della signora, è diventata definitiva nel 2019. Il legale ha sollecitato, per conto dei suoi assistiti, l’esecutività della sentenza chiedendo il risarcimento stabilito dalla definitiva sentenza di merito.

“Dopo la sentenza del Tribunale di Caltanissetta diventata esecutiva,- ha sottolineato il legale Vignera - il Ministero è rimasto inadempiente. Per questo ho attivato il ricorso al TAR di Palermo che, dopo l’udienza del 7 aprile scorso, ha disposto il pagamento del risarcimento entro 60 giorni dalla notifica della sentenza”.

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