(ANSA) - CATANIA, 03 MAG - "La liquidazione va operata secondo le tecniche di valutazione probabilistica proprie del danno permanente" e quindi il risarcimento del danno per la morte di un invalido va calcolato fino alla data presunta di durata della vita e non soltanto fino al suo decesso. Lo ha ribadito la Corte di Cassazione respingendo il ricorso del ministero della Salute che era stato condannato nei precedenti due gradi di giudizio a risarcire con 1,3 milioni di euro gli eredi di un uomo deceduto per cirrosi epatica contratta dopo una trasfusione di sangue a cui era stato sottoposto negli anni Settanta.
La Corte d’appello di Caltanissetta ha condannato il ministero della Salute al pagamento dei danni a un 48enne che, nel 1974, quando aveva sei mesi, aveva contratto la poliomielite, che gli ha procurato l’immobilità permanente di una gamba, dopo la somministrazione dell’allora vaccino ‘Sabin Opv‘ che la doveva prevenire, che è stato poi sostituito poi col ‘Salk Ipv‘.
LA SENTENZA È STATA PRONUNCIATA DAI GIUDICI DELLA CORTE D’APPELLO DI CALTANISSETTA A DISTANZA DI QUASI UN QUARTO DI SECOLO DALL’EVENTO
Danni da vaccino, dopo quasi mezzo secolo un ennese sarà risarcito dal ministero della salute per avere contratto la poliomielite dopo la vaccinazione a cui fu sottoposto quando, nel 1974, aveva appena sei mesi di vita.